Seconda Convocazione al Ministero 18-6-2025

In data 18-6-2025 si è tenuto il secondo incontro tra le OOSS maggiormente rappresentative e il Governo.
La riunione ha avuto luogo in via Flavia n 6 a Roma presso la sala D'Antona ed è stato il secondo incontro del Tavolo tecnico istituito dal Governo per affrontare il tema della sicurezza sul lavoro.
Di particolare spessore è la presenza al tavolo dei responsabili dei principali Istituti quali INAIL, NIL, INL il quali hanno ascoltato le proposte delle OOSS:
Nella prima fase della riunione viene illustrato lo schema di un nuovo Decreto Legge inerente la sicurezza sui luoghi di lavoro, al momento in stato di bozza, e per il quale ci è stato chiesto un contributo. Valutiamo positivamente questa apertura del Governo nei confronti delle associazioni Datoriali oggi coinvolte, che ci fa ben sperare in un proficuo e continuo tavolo di confronto tra le Parti Sociali.
I principali temi proposti nella bozza sono:
- Tutela assicurativa agli studenti e agli insegnanti
- Predisposizione di attività promozionali al fine di accrescere le condizioni di sicurezza sul luogo di lavoro
- Supporto alle imprese per lo sviluppo dei Sistemi di Gestione per la Sicurezza sul Lavoro (SGLS) e norme UNI
- Estensione tutele assicurative ai conviventi di fatto
- Spazi confinati
Anche in questo incontro il tema cardine è stata la formazione dove, sia il Governo che le OOSS hanno formulato differenti proposte che non si discostano comunque da quanto già scritto sul recente accordo Stato Regioni del 24-5-2025, compreso il problema delle attestazioni non veritiere il che potrebbe essere calmierato se non eliminato del tutto con l'introduzione del libretto formativo del cittadino.
Il nostro doveroso intervento in quanto Associazione Maggiormente Rappresentativa, come anche richiamato dall'Accordo del 24-5-2025 , ha ripreso la precedente posizione confermando senza possibilità di interpretazione la necessità di riflettere su quanto realmente è stato fatto in questo ultimo periodo, non fermandosi a pensare se un corso è stato svolto o no ma se questo ha permesso al lavoratore di ampliare le sue conoscenze in tema di sicurezza sul lavoro, aumentando la consapevolezza della possibile presenza di rischi durante il normale iter lavorativo, considerando anche gli spostamenti casa/lavoro e viceversa (la persona al centro della formazione).
Il nostro intervento si è articolato in diversi punti che riassumo di seguito:
1 No alla burocratizzazione del rischio ( usando un termine coniato dall'Ing Rotella): ben venga un nuovo accordo anche corposo , in grado di raggruppare anni di normative, ma facendo si che la normativa sia applicabile.
2 patente a punti: non siamo contrari all'estensione anche ad altre categorie di aziende ma è necessario che questa sia funzionale. Abbiamo evidenziato due grandi criticità, ovvero che l'odierna Patente a Crediti (PaC) non è aggiornabile in quanto se in precedenza ho richiesto la PaC come lavoratore autonomo ed in seguito ho assunto un lavoratore questa non è modificabile. L'altro problema sollevato è che ad oggi non è possibile implementare i crediti per le aziende; il Dott Aniello dell'INL ci conferma quanto deciso al garante in data 21-5-2025 circa la modalità di presa visione dei dati della Pac ovvero che superato questo problema si potrà procedere con l'implementazione del sistema.
3 ribadiamo la necessità di dare alle Regioni un chiaro indirizzo per la predisposizione della formazione evitando che ognuna possa fare come meglio crede. Non possiamo che essere concordi con la possibilità di migliorare le condizioni della formazione ma queste non possono precludere il mutuo riconoscimento dei corsi tra Regione e Regione ( vedi la delibera XII/4515 del 9-6-25 della regione Lombardia).
4 sempre in tema di burocratizzazione abbiamo segnato l'impellente necessità di dare una tempistica chiara e definita alla modalità di effettuazione dei test obbligatori da sottoporre ai dipendenti alla fine del corso: se dobbiamo somministrare e un test da 30 domande al lavoratore si deve prevedere un tempo maggiore da imputare al percorso formativo. Immaginiamo quindi di dover frequentare un corso di formazione generale di 4 ore, terminato il corso dovrò sottoporre il test e dare ai discenti il tempo necessario per correggerlo, inoltre, in caso di errori ci dovrà essere il tempo di fare le correzioni eliminare le lacune riscontrate! Come possiamo pensare che chi ha frequentato il corso voglia fermarsi di più? E quel maggior tempo da chi verrebbe retribuito? In caso di infortunio fuori da quell'orario l'INAIL coprirebbe un eventuale danno?
Non possiamo quindi pensare di lasciare libera interpretazione a questo punto, in quanto questo problema è già reale è dobbiamo dare una soluzione . La nostra associazione propone di far si che il test sia somministrato durante l'orario previsto del corso e che diventi quindi uno strumento utile al fine della formazione stessa.
5 Modalità di effettuazione della valutazione del rischio: una corretta valutazione del rischio, documento centrale nell'organizzazione di un Datore di Lavoro, passa dalla consultazione codici ATECO ma non può non considerare l'operato dei lavoratori determinando il veritiero livello di rischio al quale questo possono essere esposti; così come la durata dei percorsi formativi per il preposto, in quanto non possiamo pensare che chi opera in un bar debba frequentare le stesse ore di un preposto che opera per un'azienda più articolata. È sempre la valutazione dei rischi che determina la necessità o meno di effettuare la sorveglianza sanitaria , condizione che si realizza nelle aziende presso le quali i lavoratori svolgono mansioni dove questa è prevista.
6 mediatore culturale: è necessario capire che cosà dovrà fare questa figura, non si può pretendere che un mediatore culturale possa essere un traduttore con competenze e tantomeno possiamo delegare al formatore l'onere di verificare la comprensione della lingua.
7 INAIL e risorse proprie: più volte durante la riunione è emerso che L'INAIL intende mettere a disposizione risorse proprie per la formazione. Ho ribadito la capacità del nostro fondo interprofessionale di fare formazione e che potrebbe invece essere utile che si risolvesse la questione del prelievo forzoso lasciando risorse al fondo che potrebbe direttamente reimpiegare per effettuare formazione di qualità.
Grazie per l'attenzione
Iellamo Domenico Consigliere Confederale Federterziario